I cancelli dell’orrore --- 70 anni fa si aprivano i cancelli di Auschwitz e il mondo conosceva l’orrore in cui può precipitare l’essere umano quando l’etica e la stessa ragione vacillano e subentra quel qualcosa che definiamo come “male”. Era il 27 gennaio 1945. Abbiamo il dovere di mantenerne la memoria, soprattutto oggi, a ridosso dei tragici fatti di Parigi. Anche nel 2015, in Europa continuano ad accadere eccidi rivolti sia al valore primario della nostra civiltà, la libertà, che al popolo ebraico. Purtroppo la violenza dell’intolleranza, del fanatismo, di ogni fondamentalismo, del potere cui si anela a ogni costo è sempre in agguato.
Stermini --- La storia della sofferenza del popolo ebraico è unica e immenso è il suo significato storico e pedagogico. Il suo genocidio non è certo il solo nella storia: furono forse di più gli americani nativi sterminati dai militari e dai coloni di stirpe europea, per oltre quattrocento anni, fino a esser ridotti a poche decine di migliaia; né fu l’unico nel secolo scorso, se si pensa al genocidio di due milioni di armeni nei primi anni del Novecento. E la discriminante etnica non è stata l’unica a catalizzare stermini: si vedano i sette milioni di soggetti di varie razze, culture o semplici orientamenti politici che Stalin o Pol Pot fecero uccidere.
Uno sterminio unico --- Quel che rende unica la Shoah è stato l’impiego della tecnica, della programmazione efficiente, applicate da un potente sistema che annienta il pensiero e le coscienze arrivando alla totale spoliazione di ciò che rende umani. Per sopprimere un popolo è necessario bruciarne i testi in cui si riconosce e ne costituisce l’identità. Lo sterminio è stato perpetrato ai danni del popolo del Libro, della prima delle tre radici essenziali dello spirito europeo, oltre ad Atene (luogo della prima scienza e della bellezza) e a Roma (idea di Stato e di Diritto). La storia della Shoah –a mio avviso- si origina nella tragedia e nella salvezza che vengono dal Libro, dal testo fisso e fluente insieme poichè ritenuto di ispirazione divina che addita l’Oltre e l’Altro nel secolo dell’immanenza assoluta (il pensare che qui sia il tutto e il tutto risieda qui). Chiuso il Libro, nulla è sacro se non i poteri di questo mondo e tutto ciò che li limiterebbe può essere “terminato”.
Per sanare la ferita --- La ferita inferta a ogni essere umano continua ancora oggi tramite l’induzione all’ignoranza del Libro dei libri. Insegnare la Shoah significa anche ricordare la cultura del popolo ebraico e i libri che la costituiscono. Si può tradurre oggi anche nell’attenzione e nella proposta del Libro scritto tra il Sinai e il Giordano e approdato all’Occidente. Nel Libro, e nella storia del suo popolo, nei libri, sta la salvezza; solo attraverso i libri si può cogliere il Male nella sua evidenza tragica e resistervi. Come fecero molti fra non ebrei come i Giusti d’Israele.
La nostra scuola continuerà a operare con la riflessione, la lucidità, la capacità critica, argomentativa, dialogica, lo sviluppo di una coscienza storica e civile. Dobbiamo aiutare la formazione di un soggetto destinato a convivere con i conflitti venturi avendo comunque a mente la dignità della persona e i valori della cultura di tutti i tempi.
Il dirigente degli Ufficio di Ambito Territoriale per le province di Forlì-Cesena e di Rimini
Agostina Melucci
Categoria: Eventi | Data di pubblicazione: 26/01/2015 |
Sottocategoria: A. S. 2014-2015 | Data ultima modifica: 26/01/2015 15:03:33 |
Permalink: PENSIERI SULLA SHOAH | Tag: PENSIERI SULLA SHOAH |
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