L'amarezza dei docenti

 Sabato 5 febbraio alcuni di noi si sono recati al lavoro e si sono imbattuti nella violenta scritta che ha imbrattato l’ingresso della sede Cubo della nostra scuola, il Liceo Linguistico Ilaria Alpi. 

Indignazione, amarezza, senso di ingiustizia e forte delusione sono tra i sentimenti che più ci hanno pervaso. La ferita provocata da tale ignobile gesto ci ha lasciati attoniti, senza parole, così come la conseguente scia di alcuni commenti denigratori che si sono susseguiti sui social a sostegno, più o meno esplicito, dell’atto: il silenzio in questi casi fa più rumore di tante parole.

Ci siamo confrontati sull’opportunità di far sentire la nostra voce seguendo l’esempio della nostra Dirigente e del Sindaco Enzo Lattuca che hanno denunciato l’accaduto in modo fermo e accorato. Abbiamo preferito aspettare qualche giorno per attutire l’onda d’urto emotiva e metabolizzare il fatto per poterlo affrontare con lucidità.

Rendere manifesto il nostro pensiero è doveroso non solo per noi stessi e per il nostro istituto ma anche e soprattutto per i nostri studenti che sono parte integrante ed essenziale della Scuola. L’etica professionale a cui siamo chiamati ci impone di esprimerci anteponendo la ratio e la nostra onestà intellettuale alla reazione puramente emotiva e di rispondere al gesto rifiutandoci di cadere nella stessa bassezza che l’ha generato. Noi insegnanti del Liceo Linguistico Ilaria Alpi rigettiamo l’idea di abbassarci a questo infimo livello.

Abbiamo convenuto che in riferimento alla nostra etica professionale e, ancor più, nella scuola dell’Educazione Civica, restare in silenzio avrebbe significato contravvenire alla nostra professionalità. Denunciare l’accaduto e spiegare i motivi per cui tale gesto non sia in nessun modo accettabile né giustificabile è un atto dovuto anche verso i nostri studenti.

La libertà di espressione e di pensiero non può e non deve mai essere confusa con un atto criminale, con il vandalismo, la denigrazione e l’oltraggio a pubblico ufficiale. Non può essere in nessun modo veicolata in questi termini né verbalizzata attraverso la diffamazione o la violenza.

La libertà di pensiero è il dibattito libero e costruttivo che si nutre della legalità, ne fa un suo principio fondante, e in questa si rafforza. L’ingiuria, la deturpazione e l’offesa, resi ancora più vili dall’anonimato, non sono altro che crimini che solo si alimentano di ignoranza e di violenza. Questo insegniamo ai nostri studenti affinché siano liberi intellettualmente, cittadini consapevoli, critici e responsabili: questo vogliamo rendere manifesto a loro, alle famiglie e a tutta la cittadinanza.

E in questo spirito insegniamo ad utilizzare le categorie interpretative della storia che non devono e non possono essere impiegate in impressionanti parallelismi, come quello con le discriminazioni razziali del nazifascismo che hanno portato a persecuzioni, deportazioni e all’orrore di una strage indicibile, e che richiama strumentalmente assonanze dietro a cui non è difficile vedere differenze sostanziali ed abissali.

Sosteniamo con Baruch Spinoza che, nella dimensione collettiva, “ciascuno può ragionare e giudicare e, di conseguenza, anche parlare in contrasto con i decreti di chi decide, a condizione che parli o insegni con la sola ragione e non con inganno, con ira, con odio”.

Ci teniamo infine ad evidenziare che ledere la dignità del nostro liceo in modo così bieco e incivile, denigrando coloro che lì operano ogni giorno, non è semplicemente un oltraggio agli insegnanti, ai quali il gesto è esplicitamente indirizzato, bensì a tutti coloro che ne fanno parte: Dirigente, Personale ATA, studenti, famiglie.

L’episodio accaduto deve essere letto come una dolorosa ferita per tutta la cittadinanza perché la Scuola è patrimonio di tutti, senza distinzione alcuna. Tutti quanti ne siamo parte lesa.

Ringraziamo sentitamente tutti coloro che hanno condannato il gesto manifestando solidarietà verso il Liceo Alpi e verso il corpo docente.

Gli insegnanti del Liceo Ilaria Alpi: Veronica Bocci, Diana Maisto, Simona Ciocca, Maria Cristina Muccioli, Monica Montalti, Valeria Bandini, Cristoforo Sorrentino, Antonella Taurino, Antonella Biserni, Bettina Bezzi, Laura Lombardini, Alessia Casadei, Serena Mondardini, Angela Severi, Elvira Vittozzi, Marina Mancini, Valeria Radici, Raffaella Raggi, Maria Teresa Fiorani, Simona Sangiorgi, Caterina Tappi, Veronica Piovaccari, Luca Pisanelli, Stefano Zappi, Welia Buscherini, Silvia Cola, Nicoletta Pagliarani, Simona Pace, Paola De Simone, Laura Severini, Graziella Pipicella, Julieta Tanaro, Valentina Mambelli, Monica Turci, Cristian Casadei, Tommaso Pollarini, Rossella De Laurentiis, Caterina Padula, Elisabetta Parti, Paolo Bragagni, Marilena Borsari, Sara Brasini, Mariangela Muratori, Maria Fontana D’Elia, Brunetta Casadei, Rosa Vitali, Rocco Palumbo, Silva Severi, Raffaella Romagnoli, Antonietta Amore, Silvia Tani, Gloria Miserocchi, Anna Sarmenghi, Loretta Grillandi, Paola Battelli.


Documenti allegati:
Documento allegato ...Articolo del Resto del Carlino

Link segnalati:
Link esterno ...Articolo di Cesena Today

Visualizzazioni: 976 
Top news: Primo piano: No