Nell’ambito del progetto ‘Incontro con l’autore’, abbiamo ospitato venerdì 23 gennaio, in Aula Magna, Matteo Colombo, autore della nuova traduzione del celebre libro di J. D. Salinger.
L’incontro, presieduto dal Dirigente Scolastico, la professoressa Simonetta Bini, è stato introdotto da Emiliano Visconti, responsabile della Libreria Punto Einaudi di Rimini, promotore di eventi culturali e scrittore.
Con Colombo, considerato uno dei migliori traduttori italiani (già al lavoro, tra gli altri, su Don DeLillo, Jennifer Egan, Dave Eggers, Chuck Palahniuk, David Sedaris e Michael Chabon), si è dialogato su diversi temi grazie sia alle tante domande dei ragazzi e delle ragazze che avevano letto e commentato in classe il libro, sia alla spiccata immediatezza di Colombo che con un ragionare aperto e ricco di spunti ci ha consegnato diverse riflessioni sul senso del tradurre e sulle trasformazioni del “mestiere” di traduttore/traduttrice.
In particolare, ci si è soffermati sul fatto, decisivo, che i testi, o meglio, i classici non si definiscono mai una volta per tutte, ma sono in perenne definizione; appartengono al tempo che li ha prodotti ma anche al tempo di chi li legge, per cui fondamentale è il ruolo del lettore/della lettrice che elabora continuamente il significato di un’opera e ovviamente del traduttore/della traduttrice che ‘traghetta’ un testo dal passato in cui è stato prodotto, lo affida al presente dei lettori e al futuro delle generazioni successive.
Interessante è stato l’accento posto da Colombo sul rigore che deve guidare il traduttore/la traduttrice nella “resa” dei termini, nella precisa ricostruzione del contesto, sempre nel tentativo, costante, di non tradire il suo autore.
Tornano allora alla mente le parole di Walter Benjamin (1892-1940), il grande critico letterario e traduttore tedesco, che a tal proposito scriveva: “La vera traduzione è trasparente, non copre l’originale, non gli fa ombra, ma lascia cadere tanto più interamente sull’originale, come rafforzata dal suo mezzo proprio, la luce della lingua pura”. Un messaggio che testimonia la profondità dell’impresa del tradurre e che rinnova un’arte che, inevitabilmente, risente delle trasformazioni storiche e sociali.
Grazie a Matteo Colombo e ai lettori e alle lettrici del nostro Liceo abbiamo, insieme, “colto un po’ di questa luce”.
Categoria: Eventi | Data di pubblicazione: 06/02/2015 |
Sottocategoria: A. S. 2014-2015 | Data ultima modifica: 06/02/2015 09:48:51 |
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